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La scienza del Microbioma è in rapida evoluzione
e offre nuove prospettive di benessere e salute
e offre nuove prospettive di benessere e salute
con un approccio unico.
Con il sequenziamento del primo genoma umano abbiamo
iniziato a svelare alcuni misteri sulla nostra evoluzione, il nostro sviluppo e
la nostra salute. Ma in realtà siamo costruiti da molti più geni perché il
nostro corpo è un super-organismo. La maggior parte delle nostre cellule sono microbiche,
cellule che si sono co-evolute con noi per milioni di anni e lavorano per noi,
facendo cose importanti come aiutarci a digerire il cibo o regolare il nostro
sistema immunitario. Questo cambiamento nel nostro modo di guardare ai microbi
è uno dei cambiamenti fondamentali della biologia. Cambierà davvero il modo in
cui pensiamo a noi stessi e alla nostra salute?
Nell’ultimo decennio è diventato chiaro che la
composizione del microbioma intestinale ha molto da dirci sul nostro benessere.
E in questo senso può essere considerato un organo virtuale che è parte
integrante ed essenziale del corpo. Ormai sono numerose le prove a supporto del
fatto che il microbioma ha un ruolo causale in molte malattie; cancro, diabete,
allergie, artrite, obesità, malattie neurologiche, autismo compreso. E iniziano
ad esserci i primi riscontri pratici. Eran Segal, del dipartimento di Scienze Computazionali e Matematica Applicata al Weizmann Institute of Scienze (Rehovot,
Israele), applica i sistemi di calcolo più avanzati (una sorta di
‘matematica intestinale’) per studiare la composizione del microbioma e gli
effetti sull’organismo.
“Abbiamo scoperto, per esempio, che la risposta
individuale al glucosio è assolutamente diversa da un organismo all'altro -
spiega Segal - e dipende anche dalla composizione del microbioma. Così abbiamo
sviluppato un algoritmo in grado di prevedere la risposta glicemica di ogni
singola persona, sulla base dei dati clinici e della composizione dei batteri
presenti nell'intestino. Questo è particolarmente importante per chi è a
rischio di diabete. La prossima frontiera - continua Segal - è individuare i
drivers della malattia e capire in base a questi come possiamo modificare il
microbioma per migliorare la salute. Questa è ancora un’area di ricerca attiva
e ci sono molte sfide, per esempio capire come colonizzare con successo batteri
specifici in persone diverse, e quali batteri devono essere aggiunti a ogni
persona, perché la composizione del microbioma umano è unica per ogni
individuo”.
Siamo al giro di boa per la scienza del microbioma. Ora
servono strategie che sfruttino le conoscenze raggiunte per passare velocemente
dalla correlazione alla casualità e quindi alla traduzione in terapie.
Progressi che porteranno ad usare pre o probiotici, o persino a sviluppare
post-biotici (composti o metaboliti derivati da batteri) per migliorare
l'assorbimento di sostanze nutritive per le persone che soffrono di malassorbimento (morbo di Chron) o si potranno testare nuovi modi per ridurre
l'obesità.
In più, le tecnologie metagenomiche stanno diventando la
principale fonte di informazione sull'ecologia microbica e sono disponibili
grandi database di sequenze.
E qui entra in gioco la biologia computazionale. “Le
tecniche di sequenziamento di nuova generazione - spiegano i ricercatori Davide
Albanese e Claudio Donati dell’unità di Biologia computazionale della
Fondazione Edmund Mach, autori di una ricerca pubblicata su Nature
Communications che ha usato il loro algoritmo per identificare e quantizzare
con precisione i ceppi batterici presenti nel microbioma - hanno evidenziato
che le comunità microbiche sono composte da migliaia di specie diverse, e che
all'interno di ogni singola specie coesistono diversi ceppi ognuno dei quali ha
un profilo genetico caratteristico. Il nostro algoritmo usa le sequenze
genomiche note dei batteri per costruire un archivio delle varianti genetiche
dei singoli ceppi ed è in grado anche attraverso il machine learning di
identificare i singoli profili in campioni di microbioma. Le applicazioni?
Dall’epidemiologia delle malattie infettive alle dinamiche della colonizzazione
microbica”.
Determinare i microscopici abitanti di ogni organo, ma
soprattutto sapere come ripristinare il corretto equilibrio degli organismi
quando vengono distrutti è il compito più promettente, ma anche il più impegnativo
della medicina moderna. Così gli scienziati dell’European Molecular Biology
Laboratory (Embl) di Heidelberg hanno deciso di affrontare una sfida non
facile: coltivare una vasta gamma di batteri intestinali in laboratorio. Il
risultato è un ‘libro di cucina’ scientifico sulle preferenze nutrizionali e le
caratteristiche di crescita di 96 ceppi batterici intestinali, fornendo
così alla comunità scientifica gli strumenti per studiare la struttura e
la funzione del microbioma umano.
Questi progressi spingono sempre di più la ricerca
traslazionale, cioè gli studi clinici sui microbiomi. Una spinta in linea con
quella che è ormai di fatto la medicina personalizzata, favorita dalla
massiccia riduzione del costo del sequenziamento del genoma. Che soprattutto
nella cura del cancro consente la rapida identificazione del regime di
trattamento preciso che porterà a un risultato positivo. La capacità di
caratterizzare rapidamente e in modo riproducibile il microbioma offrirà la
stessa opportunità e lo sviluppo di biomarcatori e terapie personalizzate.
Francesca Cerati da Il Sole 24 Ore - 6 Maggio 2018
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